Iran/Europa: petizione “Niente affari con i mullah iraniani!”

Considero il perdurare del nazionalsocialismo nella democrazia potenzialmente più pericoloso del perdurare di tendenze fasciste contro la democrazia.
Theodor W. Adorno*

Per i prossimi mesi “la Österreichische Mineralölverwaltung [‘Amministrazione petrolifera austriaca’, n.d.t.] (OMV) ha pianificato un affare da 22 miliardi d’euro con l’Iran. Questo massiccio ampliamento delle relazioni economiche già esistenti trasformerebbe l’Austria e l’Europa ormai definitivamente in partner strategici e complici di un regime politico che diffonde un terrore massiccio sia verso l’esterno che verso l’interno, lavorando allo stesso tempo allo sviluppo d’armi nucleari potenzialmente capaci di raggiungere anche l’Europa. La persecuzione sistematica dei curdi, delle minoranze religiose come i bahai, le esecuzioni di omosessuali e le repressioni continue contro le donne non disposte a piegarsi al codice dei costumi islamici, sono elementi altrettanto insiti a quel regime quanto lo sono le minacce di sterminio nei confronti di Israele e la negazione della Shoah.”

Per ulteriori informazioni e/o per firmare la petizione della Coalizione contro il programma di sterminio iraniano clicca qui!

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*) in Che cosa significa elaborazione del passato, citato qui secondo http://www.tecalibri.info/A/ADORNO-TW_antisemitismo.htm)

Annapolis and the “moderate Palestinians'” commitment to the “peace process”

Just a day after Israeli and Palestinian leaders at the Annapolis peace conference pledged to negotiate a peace treaty by the end of 2008, Mahmoud Abbas’s Palestinian Authority continues to paint a picture for its people of a world without Israel.

from: Palestinian Media Watch

Kommentare und Infos zum Nahost-Friedensprozess

Ein älterer:

Peace Process

Aus einem neueren:

Shmuel Katz writes in his article: “The Jewish state is in greater danger than any time since the 1948 War of Independence. The danger stems not from current Arab violence, nor the threat of future violence. It lies in the convocation of the Annapolis conference conceived and promoted with almost frenetic enthusiasm by U.S. Secretary of State Condoleezza Rice…”

Mehr unter http://womeningreen.org/?p=136.

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A propos Silvio Berlusconis “Meinungsmonopol”

Gerade gefunden und für alle, die nicht alles glauben und Italienisch verstehen:

Insomma, figuratevi il salto dalla sedia che ho fatto ieri mattina quando mi imbatto in una delle più comiche composizioni a sopracciglio levato del mio vecchio amico Ezio Mauro, ora direttore di Repubblica, il quale si è esibito in un articolo che potrebbe intitolarsi a scelta «Senza vergogna» o «Oggi le comiche». Basti l’incipit: «Una versione italiana e vergognosa del Grande Fratello è dunque calata in questi anni sul sistema televisivo, trascinando Rai e Mediaset fuori da ogni logica di concorrenza per farne la centrale unificata di una informazione omologata, addomesticata, al servizio cieco e totale del berlusconismo al potere». Lui la chiama «Struttura delta». Noi la chiameremmo «Senti chi parla».

Der ganze Artikel ist hier zu lesen.

PS: Das alles ändert selbstverständlich nichts an der Fragwürdigkeit eines Politikers, der sich bislang zwar de facto wesentlich weniger antisemitisch und antiamerikanisch verhalten hat als das staatsfixierte Mitte-Links-Bündnis, das derzeit die italienische Regierung stellt, sich aber vor kurzem auf dem Gründungsparteitag einer neuen “postfaschistischen” italienischen Partei – möglicherweise wider Willen – mit “Duce”-Rufen begrüßen ließ und den Saal daraufhin nicht gleich wieder verließ.

Auschwitz was sufficiently far away…

said Adorno, so the cries could not be heard by “normal” Germans. Our history teacher at secondary school even stated that “we could not know what happened behind those fences for they were just too high to let us peer inside”. So we just had to believe that, and all the more because we were invited to the cookout in his garden also for the coming weekend. Therefore, only a poor sport with exceptionally good reasons would have been able to contradict him and the whole class.

Probably, as almost anybody was a Nazi back then, it was forbidden, under the Nazis, to read Hitler’s ‘Mein Kampf’, because he was a well-known Nazi! So the Nazis could not know what he and they were doing. Probably just like today, as nobody can really know that Ahmadinejad is promising the Jews openly and on a regular basis the same thing, and is not just preparing to make his dirty promise come true using nuclear bombs, but has been trying to achieve that goal, along with the Iranian mullahs and many other anti-imperialists and peace-loving people, already for a long time by different means, e.g. by the recent (Hizbullah) Lebanon war.

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Assi

Gagliano, come l’Italia, era in quel tempo (negli anni trenta, quelli del fascismo; CEO) in mano ai maestri di scuola.

Da: Carlo Levi, Cristo si è fermato a Eboli, Torino (Einaudi), 1990 (1945).

In Italia si è di fatto costituito un partito trasversale pro-Hamas, il gruppo terrorista islamico palestinese bandito dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea. Il sito www.gazavive.com annuncia trionfante che fino al 31 ottobre 2007 sono state raccolte 2.073 firme a un «Appello per la fine di un embargo genocida, Gaza vivrà». Dove si attribuisce a Israele la responsabilità del «genocidio» dei palestinesi, paragonandolo al regime di Hitler perché avrebbe trasformato Gaza in «campi di concentramento nazisti». […]

In testa compaiono […] il filosofo Gianni Vattimo, l’astrofisica Margherita Hack, il poeta Edoardo Sanguineti, il musicista Gilad Atzmon, lo storico Franco Cardini e Giovanni Franzoni della Comunità Cristiane di Base. In un secondo tempo hanno aderito anche l’europarlamentare Giulietto Chiesa e Ornella Terracini (Ebrei contro l’occupazione). Colpisce che tra i 685 nomi resi pubblici, 152 (22%) appartengono al mondo dell’istruzione, di cui 54 sono docenti universitari (8%), 35 sono docenti (5%) e 63 sono studenti (9%).

Magdi Allam sul Corriere della Sera del 4 novembre 2007, citato da Informazione Corretta.

16 Oct 2007

Since the Hamas took over the Gaza Strip in mid-June 2007, 288 missiles and 454 mortar bombs have been fired at Israeli cities. Major recent attacks

Da: Israel Ministry of Foreign Affairs (sito web).

PS:

Regola d’amigdala di Kreuzberg: Chi dice fascista per primo, vince.

Wiglaf Droste, cit. da Bahamas.

“Israel must respond, what else?”

Quando i terroristi sudtirolesi cercavano di ottenere la secessione dall’Italia con bombe ai tralicci ecc., nel nome di una supposta “identità nazionale” diversa, l’Italia “si ritirò” dall’Alto-Adige? Eppure quei terroristi non pretendevano nemmeno tutto il territorio nazionale italiano per “i tedeschi”, come fanno invece, con riguardo a ‘la nostra Palestina’, i gruppi terroristici palestinesi il cui leader più famoso, l’egiziano Yassir Arafat, ottenne i suoi primi addestramenti militari da un ex ufficiale della Wehrmacht nazista (cfr. Karl Selent). Al “diritto all’autoderminazione dei popoli”, qualcuno ci si richiamava forse anche in contesti meno esplosivi, ma non bisogna dimenticare che esso fu sempre un’importante carta vincente della Germania (nazista) nel Kulturkampf per attentare alla sovranità degli altri stati nazionali, per annettere degli spezzoni dei loro territori, renderli vassalli, e comunque renderli judenrein. La storia della Palestina e poi quella di Israele insegnano che, costantemente incoraggiati dai regimi tirannici degli stati arabi circostanti nonché dagli “antiimperialisti” autoritari di tutto il mondo, gli arabi palestinesi (almeno la maggior parte di quelli politicamente organizzati) non si sono mai rassegnati a rinunciare a ‘convivere’ con gli ebrei riducendoli come minimo allo status di “dhimmi”. Come minimo. Continue reading “Israel must respond, what else?”

English Writing Exercise

I would have liked to write something about how the current Italian government, among others, probably “helped” the Afghan president Karzai very much in convincing himself of appeasing the Taliban islamofascists, I don’t have much time and I feel a little discouraged at the moment, too, because a few minutes ago I read the Jerusalem Post headline PM expresses hopes prisoner release will lead to progress in peace talks, but the “good news” is that all these ugly things remind me of the fact that I should recommend yet another important analysis written by Caroline Glick and published just shortly before in the Jerusalem Post online edition:

Column One: Ahmadinejad’s overlooked message

During his visit to New York this week, Iranian President Mahmoud Ahmadinejad attacked every basic assumption upon which Western civilization is predicated. Ahmadinejad offered up his attacks while extolling his vision of Islamic global domination. Continue reading English Writing Exercise

Un’altra ragione per passare questo week-end a Vienna (Update)

Per chi volesse esporre il “button” con link al sito www.stopthebomb.net sul proprio sito (vedi post precedente), anche se è già un po’ tardi, può utilizzare il seguente script:

<a href=”http://www.stopthebomb.net/it/rally.php” title=”Manifestazione contro la collaborazione europea con il regime di Teheran” target=”_blank”><img src=”http://www.geocities.com/r_raschen/pics/banner_it.gif” title=”www.stopthebomb.net” alt=”www.stopthebomb.net” height=”180″ vspace=”3″ width=”180″ /></a>

Il button apparirà poi così:

www.stopthebomb.net

Un’altra ragione per passare questo week-end a Vienna…

… e protestare domenica contro la collaborazione europea con il nazi-freak Ahmedinejad e i suoi compagni anti-imperialisti (mullah e non):

Se si crede a Regnar Rasmussen, che ha lavorato come interprete e analista presso le Forze Speciali dell’esercito danese, e poi nel Dipartimento di polizia criminale del suo Paese, la chiave del problema nucleare iraniano è che nel 1991 il presidente del Kazakhstan Nursultan Nazarbaiev ha venduto tre testate nucleari a Teheran […]

(Da La pulce di Voltaire)

www.stopthebomb.net

(Forse, se io scrivessi qui fra parentesi “voli per Vienna”, “alberghi a Vienna”, “biglietti last minute per Vienna”, “pernottamento a Vienna” e “Hotel a Vienna” qui sotto comparirebbero anche degli annunci adeguati per chi fosse interessato a voli per Vienna e/o alberghi a Vienna…)

… ma forse vi assisterebbero anche gli organizzatori della manifestazione.)

Altre ragioni per acquistare biglietti last minute o prendere un treno per Vienna vengono fornite anche qui da “Spanish Pundit“.

“Neo-Nazis against ‘Jew Rally in Vienna'”

Neo-Nazis against “Jew Rally in Vienna”

The rally on the occasion of the impending Iranian atomic armament planned for September 30th drew the ire of Neo-Nazis: On the “Heimatschutz” (homeland protection) forum – a forum associated with the “Bund Freier Jugend” (BFJ – Alliance of Free Youth) – a certain “Heimdall” calls attention to the rally in a message titled “Judendemo in Wien” (Jew Rally in Vienna). A user under the revealing nickname “Brandsatz” (incendiary device) asks whether “countermeasures” should be taken. “Heimdall” then proposes to “unpack the Palestinian scarfs and support the anti-imperialists”. […]

Manifestazione: Niente affari con i mullah iraniani! (Update)

Ormai c’è anche una traduzione italiana dell’appello per la manifestazione del 30 settembre a Vienna:

Contro il programma atomico dell’Iran e i suoi promotori austriaci ed europei!
Ne va di Israele – e dei residui della ragione politica!

Domenica, 30 settembre 2007, ore 18:00
Vienna, Stephansplatz (Austria)

Organizzata da Café Critique e dalla Comunità Israelitica (Israelitische Kultusgemeinde) di Vienna

Ahmadinejad chiede regolarmente l’estinzione d’Israele. L’ex presidente Rafsanjani, considerato un “moderato” in Occidente, è entusiasta del fatto che già l’impiego di una sola bomba atomica sarebbe sufficiente per annientare Israele. I missili atomici progettati dai mullah iraniani minacciano il mondo intero. Con i rappresentanti della dittatura iraniana, che perseguitano minoranze religiose come i bahai e fanno giustiziare gli omosessuali, non è possibile condurre alcun dialogo. Essi sono disposti a sacrificare la popolazione per i propri fini apocalittici operando, in nome di questi, la peggiore repressione di qualsiasi tipo di aspirazione all’emancipazione. Ciò significa che una volta che disporranno di armi atomiche ogni politica di deterrenza sarà inutile. Coloro che intendono condurre un dialogo e fare affari con loro portano avanti lo stesso appeasement che un tempo favorì in Europa la più grande guerra sterminatrice della Storia.

L’affare da 22 miliardi d’euro dell’OMV (la maggiore azienda petrolifera austriaca, n.d.t.) pianificato per la fine dell’anno, farebbe dell’Austria e dell’Europa dei partner strategici di tali forze politiche che rischiano di riallacciarsi, con nuove forme religiose e politiche, alla follia d’annientamento dello Stato nazionalsocialista tedesco. […]

Cliccare qui per leggere l’intero appello, per contatti, adesioni, maggiori informazioni…

Rally: “No Deals with the Iranian mullahs!”

No Deals with the Iranian mullahs!

Down with Iran’s atomic program and its Austrian and European supporters! It’s about Israel – and the remainder of political reason!

Sunday, September 30th 2007
18:00, Vienna, Stephansplatz

Organized by Café Critique and the Jewish community of Vienna (IKG)

Ahmadinejad calls for the annihilation of Israel on a regular basis. Iran’s former president Rafsanjani, considered in the West a ‘moderate,’ gushes over a single atomic bomb being sufficient enough to obliterate Israel. The nuclear weapons the Iranian mullahs intend to build threaten the whole world. There is no dialog to conduct with representatives of the Iranian dictatorship, which persecutes religious minorities such as the Baha’i and executes homosexuals. They are prepared to sacrifice the inhabitants of their very own country for their apocalyptic goals, on behalf of which they unleash yet the worst repressions against each and every effort among the population towards emancipation. That is to say: once they possess atomic weapons, politics of deterrence will prove ineffective. Whoever seeks to conduct a dialog and business with them, pursues the same appeasement which once facilitated a war in Europe that turned into the largest war of extermination in history.

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“Avanti popolo!”

Qualcosa che chi lo voleva sapere, poteva saperlo anche molto prima e anche senza “Human Rights Watch”, e che non importa se viene da “destra” o da “sinistra” ma che merita comunque di essere ricordato. Dal blog di Fausto Carioti:

Gli amici di D’Alema e Diliberto

Ecco chi sono quelli cui Oliviero Diliberto corre a stringere la mano, quelli che vanno a braccetto con il ministro degli Esteri italiano. I loro obiettivi “politici” sono descritti in un rapporto di 128 pagine dell’organizzazione per la difesa dei diritti umani Human Rights Watch, appena pubblicato, che ha già scatenato nuove polemiche in Medio Oriente.

Durante il conflitto armato con Israele, a partire dal 14 agosto 2006, Hezbollah ha più volte dichiarato che i suoi missili erano puntati essenzialmente verso bersagli militari in Israele, o che i suoi attacchi ai civili erano giustificabili come risposta al fuoco indiscriminato di Israele nel sud del Libano e come strumento per attirare Israele in un conflitto di terra. In verità, la prima pretesa è confutata dal grande numero di razzi che ha colpito oggetti civili ben distanti da ogni bersaglio militare, mentre gli ultimi argomenti sono inammissibili dinanzi alle leggi umanitarie internazionali.

… e mentre, aggiungiamo noi just by the way, in verità né esistono le “leggi umanitarie internazionali” (poiché: chi sarebbe il sovrano che le avrebbe definite?) ma solo certe convenzioni fra Stati (e probabilmente va anche bene che esse esistano), né vi fu da parte d’Israele alcun “fuoco indiscriminato” in quella guerra. A parte che in genere il “fuoco indiscriminato” non è mai stata una “cosa da Israele”. È sempre stato, invece, una specialità dei nemici d’Israele che estendono tale fuoco, senza farsi grossi problemi, anche alle proprie popolazioni; gli islamisti preferiscono piazzare i loro missili in aree densamente popolate, anzi, a volte perfino dentro le “case private” situate nei territori da loro controllati, per poi, in caso di contrattacchi, poter presentare orgogliosamente le loro vittime civili a un pubblico mondiale sempre più delirante e sempre più disposto a dare la colpa di tutto e di tutti ad Israele, agli ebrei, agli americani.

Stop The Bomb

How peaceful! Four recent quotations regarding “public peace and order”

Public peace and order in Belgium:

Yesterday the Brussels Journal posted translated excerpts from an op-ed piece by Freddy Thielemans, the mayor of Brussels.Freddy Thielemans

I decided to forbid the September 11 demonstration “against the islamicisation of Europe.” […] Since 2001 I have allowed over 3,500 demonstrations. This is only the sixth one which I forbid. […] The right to demonstrate exists only inasmuch as it does not cause a disturbance of the public peace and order. […] First and foremost the organizers have chosen the symbolic date of 9/11. The intention is obviously to [conflate] the terrorist activities of Muslim extremists on the one hand and Islam as a religion and all Muslims on the other hand.

(Gates of Vienna, 21/8/2007)

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European Soft-Power

From an article by Magdi Allam, quoted by Informazione Corretta:

Anche senza disporre di rivelazioni sul colloquio del 5 giugno tra Bashar el Assad e D’Alema, per capirne di più basta stare ai dati di fatto. A Damasco è stato il titolare della Farnesina a lasciar intendere in pubblico che si deve anche a Hezbollah e ad Hamas se le forze italiane in Libano, oltre duemila militari, non sono state bersagli di gravi attentati.
Alla domanda di una giornalista araba sui rischi per il nostro contingente, D’Alema aveva risposto che attacchi di terroristi legati ad al Qaeda erano stati prevenuti grazie alla «collaborazione della stragrande maggioranza dei gruppi palestinesi» (dunque anche del primo partito, Hamas) e «dell’esercito libanese e di tutte le componenti della società libanese» (quindi anche di Hezbollah).

Here is a slide show that has absolutely nothing to do with Mr Massimo D’Alema (well, yes… maybe a little with Hamas):

missile terror on sderot

PS: Sderot is a town in Israel. Israel is a place where, according to previously “marxist analysts” like D’Alema, mainly people with “false consciousness” live.