Offener Erpresserbrief von Saudi-Arabien betr. “Palästinensischer Staat”

Gestern, am 10. Jahrestag von 9/11, hat ein saudischer Prinz via New York Times – oder sollte man sagen: “haben ein saudischer Prinz und die New York Times”? – den USA mit schweren Konsequenzen gedroht, sollten diese in Kürze bei der Beantragung der Anerkennung eines Staats Palästina, durch den Israel erneut auf die ‘Auschwitz-Grenzen’ beschränkt und der Vernichtung Israels und seiner Bewohner noch viel weniger im Weg stehen würde als jetzt schon, im UN-Sicherheitsrat ihr Veto einlegen. Aus diesem Anlass hier noch einmal

Auszüge aus einer Stellungnahme der Associazione Musulmani Italiani [Vereinigung Italienischer Muslime] zum von Walter Veltroni initiierten Fackelzug am 20. März 2002 in Rom

Vorbemerkung des Übersetzers: Die folgende Stellungnahme bezog sich auf eine ‘Friedensinitiative’ des (damaligen) römischen Bürgermeisters und ehemaligen Herausgebers der Unità, Walter Veltroni (Democratici di sinistra – Linksdemokraten). Letzterer war schon anlässlich des Kosovokriegs eifrig damit beschäftigt gewesen, in der serbischen Provinz “die Ängste eines Horrors aufzuspüren, die wir unter den Trümmern der Öfen des Holocaust begraben zu haben gehofft hatten”, “ethnische Säuberungen, Vergewaltigungen, Enthauptungen und Familientrennungen”, “Frauen und Kinder auf der einen Seite, Männer auf der anderen …”. Continue reading Offener Erpresserbrief von Saudi-Arabien betr. “Palästinensischer Staat”

Brigitte Gabriel on Lebanon, Israel, and Egypt (or “Arab rage”)

An interview from 2004 on her experiences as a Christian in Lebanon and Israel:

For another, much shorter one from January 2011 about the developments in Egypt click here.

“Israel must respond, what else?”

Quando i terroristi sudtirolesi cercavano di ottenere la secessione dall’Italia con bombe ai tralicci ecc., nel nome di una supposta “identità nazionale” diversa, l’Italia “si ritirò” dall’Alto-Adige? Eppure quei terroristi non pretendevano nemmeno tutto il territorio nazionale italiano per “i tedeschi”, come fanno invece, con riguardo a ‘la nostra Palestina’, i gruppi terroristici palestinesi il cui leader più famoso, l’egiziano Yassir Arafat, ottenne i suoi primi addestramenti militari da un ex ufficiale della Wehrmacht nazista (cfr. Karl Selent). Al “diritto all’autoderminazione dei popoli”, qualcuno ci si richiamava forse anche in contesti meno esplosivi, ma non bisogna dimenticare che esso fu sempre un’importante carta vincente della Germania (nazista) nel Kulturkampf per attentare alla sovranità degli altri stati nazionali, per annettere degli spezzoni dei loro territori, renderli vassalli, e comunque renderli judenrein. La storia della Palestina e poi quella di Israele insegnano che, costantemente incoraggiati dai regimi tirannici degli stati arabi circostanti nonché dagli “antiimperialisti” autoritari di tutto il mondo, gli arabi palestinesi (almeno la maggior parte di quelli politicamente organizzati) non si sono mai rassegnati a rinunciare a ‘convivere’ con gli ebrei riducendoli come minimo allo status di “dhimmi”. Come minimo. Continue reading “Israel must respond, what else?”