A proposito dei bambini (morti) di Hamas e D’Alema…

… i quali, entrambi, seguendo la “buona” tradizione antisemitica, accusano gli Ebrei (israeliani) di massacri (premeditati) di bambini:

“Khaled di A-Rimal [Gaza], dice: ‘Noi bambini stiamo compiendo missioni di supporto per i combattenti di resistenza [di Hamas], trasmettendo messaggi sui movimenti delle forze nemiche oppure portando loro munizioni e cibo. Noi stessi non siamo consapevoli dei movimenti dei combattenti della Resistenza. Li vediamo in un posto, spariscono di colpo, poi ricompaiono da qualche altra parte. Sono come fantasmi; è molto difficile trovarli o ferirli.’ [Kul-Al-Arab (settimanale arabo-israeliano), 9 gennaio 2009]”

Dal weblog di Judith Apter Klinghoffer; traduzione dall’inglese di Ralph Raschen.

Dalla “soluzione finale della questione ebraica” al “boicottaggio finale di Israele” (con ticket di sinistra d’andata e ritorno)

Da Levante Online (10/01/2009) in questi giorni si apprende che:

Il sindacato autonomo del commercio Flaica-Cub (Federazione lavoratori agro-industria commercio ed affini uniti), per mezzo del segretario Giancarlo Desiderati, lancia un “boicottaggio degli acquisti nei negozi del commercio a Roma che si rifanno alla comunità israelitica”.

Ma non è tanto grave poiché per essere più precisi:

La Flaica si affretta a smentire e ad aggiungere: «Non e’ mai stata nominata nei nostri comunicati la comunità ebraica Romana, a cui esprimiamo tutta la nostra solidarietà per le sofferenze che ha subito nel passato e che riconosciamo quale composta da cittadini e lavoratori onesti».

Al contrario dei cittadini d’Israele che (a prescindere dai poveri oppressi arabi) sono tutti ladri, farabutti e… militaristi imperialisti peggio dei prussiani, degli amerikani e dei serbi messi insieme (per non dir ciò che di solito diciamo più tardi al bar) e che, secondo Desiderati, si meritano

«il boicottaggio finale di Israele perché chiunque usi mezzi militari contro civili inermi, sia Palestinese che Israeliano commette un crimine contro la vita umana e per questo va boicottato anche nella parte economica per impedire con questi soldi di continuare ad acquistare altre armi da guerra.» [grassetto mio, RR]

mentre, come quasi tutti sanno, “per impedire con questi soldi di continuare ad acquistare altre armi da guerra”, i “palestinesi”, la sinistra italiana li boicotta finalmente già da anni.
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Jetzt hinlänglich erwiesen: Dr. phil. Clemens “Phil” Heni definitiv nicht verschieden

Die Tendenz des herrschenden Bewußtseins, mit bloß archivarischem historisches Denken schlechthin zu verwerfen, setzt sich auch bei jenen durch, die seiner am dringendsten bedürfen. Alfred Schmidt, Einleitung, in: Max Horkheimer, Anfänge der bürgerlichen Geschichtsphilosophie. Hegel und das Problem der Metaphysik. Montaigne und die Funktion der Skepsis, Frankfurt a.M. (Fischer Bücherei), 1971, S. 5.

Definitiv nicht. Damit das klar ist. Jemand hat uns hinters Licht geführt, wie längst angedeutet. Schlimmer noch: Wahrscheinlich wissen das im gewiss fast schon auf Heni allein zusammengeschrumpften Andideutschland eh längst alle mit Sicherheit und nur wir, die wir hier denn wohl doch ein bisschen hinterm Mond leben, haben es noch gar nicht mitgekriegt.

Jedenfalls haben wir vor kurzem erst eins, dann zwei, dann drei und dann wirklich en masse neuere kämpferische Pamphlete von Dr. Heni im Cyberspace aufgegabelt, die das “WAS” (Clemens Heni) unserer Überschrift stichhaltig belegen. Dr. Heni seziert, analysiert, nimmt en gros auseinander wie gehabt, macht daneben jetzt aber auch noch andere Sachen (im Internet): u.a. zum Beispiel bietet er dort nun auch schon Kontextualisierungen und Dechiffrierungen en detail an. In jedem Fall publiziert und publiziert und publiziert er und das – wie uns seltsamerweise scheint – auch ziemlich laut. Continue reading Jetzt hinlänglich erwiesen: Dr. phil. Clemens “Phil” Heni definitiv nicht verschieden

“Avanti popolo!”

Qualcosa che chi lo voleva sapere, poteva saperlo anche molto prima e anche senza “Human Rights Watch”, e che non importa se viene da “destra” o da “sinistra” ma che merita comunque di essere ricordato. Dal blog di Fausto Carioti:

Gli amici di D’Alema e Diliberto

Ecco chi sono quelli cui Oliviero Diliberto corre a stringere la mano, quelli che vanno a braccetto con il ministro degli Esteri italiano. I loro obiettivi “politici” sono descritti in un rapporto di 128 pagine dell’organizzazione per la difesa dei diritti umani Human Rights Watch, appena pubblicato, che ha già scatenato nuove polemiche in Medio Oriente.

Durante il conflitto armato con Israele, a partire dal 14 agosto 2006, Hezbollah ha più volte dichiarato che i suoi missili erano puntati essenzialmente verso bersagli militari in Israele, o che i suoi attacchi ai civili erano giustificabili come risposta al fuoco indiscriminato di Israele nel sud del Libano e come strumento per attirare Israele in un conflitto di terra. In verità, la prima pretesa è confutata dal grande numero di razzi che ha colpito oggetti civili ben distanti da ogni bersaglio militare, mentre gli ultimi argomenti sono inammissibili dinanzi alle leggi umanitarie internazionali.

… e mentre, aggiungiamo noi just by the way, in verità né esistono le “leggi umanitarie internazionali” (poiché: chi sarebbe il sovrano che le avrebbe definite?) ma solo certe convenzioni fra Stati (e probabilmente va anche bene che esse esistano), né vi fu da parte d’Israele alcun “fuoco indiscriminato” in quella guerra. A parte che in genere il “fuoco indiscriminato” non è mai stata una “cosa da Israele”. È sempre stato, invece, una specialità dei nemici d’Israele che estendono tale fuoco, senza farsi grossi problemi, anche alle proprie popolazioni; gli islamisti preferiscono piazzare i loro missili in aree densamente popolate, anzi, a volte perfino dentro le “case private” situate nei territori da loro controllati, per poi, in caso di contrattacchi, poter presentare orgogliosamente le loro vittime civili a un pubblico mondiale sempre più delirante e sempre più disposto a dare la colpa di tutto e di tutti ad Israele, agli ebrei, agli americani.

Stop The Bomb

European Soft-Power

From an article by Magdi Allam, quoted by Informazione Corretta:

Anche senza disporre di rivelazioni sul colloquio del 5 giugno tra Bashar el Assad e D’Alema, per capirne di più basta stare ai dati di fatto. A Damasco è stato il titolare della Farnesina a lasciar intendere in pubblico che si deve anche a Hezbollah e ad Hamas se le forze italiane in Libano, oltre duemila militari, non sono state bersagli di gravi attentati.
Alla domanda di una giornalista araba sui rischi per il nostro contingente, D’Alema aveva risposto che attacchi di terroristi legati ad al Qaeda erano stati prevenuti grazie alla «collaborazione della stragrande maggioranza dei gruppi palestinesi» (dunque anche del primo partito, Hamas) e «dell’esercito libanese e di tutte le componenti della società libanese» (quindi anche di Hezbollah).

Here is a slide show that has absolutely nothing to do with Mr Massimo D’Alema (well, yes… maybe a little with Hamas):

missile terror on sderot

PS: Sderot is a town in Israel. Israel is a place where, according to previously “marxist analysts” like D’Alema, mainly people with “false consciousness” live.

“An Italian Perspective on Anti-Americanism”…

ist die Einleitung zu einem Beitrag von Erica Alini in “Davids Medienkritik” überschrieben. Auch die daran sich anschließende Diskussion ist lesenswert.

Erica Alini is an Italian graduate student studying international relations in the United States and a respected colleague. She opposed the Iraq war, yet recognizes the very real problem of anti-Americanism in Europe. The following is a piece she wrote in late 2004 for “The American Online.” It is a must-read and Erica has been kind enough to personally grant us permission to run the entire article:

Ugly Americani
By Erica Alini

A little blue spark shines in the dark for an instant. Nothing. Second attempt. Same result. Third attempt. Nothing again. On the fourth try the little blue spark finally turns itself into a little flame. Not much, but just enough to light a cigarette. In the darkness I can see Michele’s chin and nose. Not his eyes. I hear him inhale the smoke, slowly and voluptuously. The red dot of his burning tobacco moves to the side: “Yeah, I understand your point. I know what you’re trying to say.” He lets the smoke out, careful not to blow it into my face. “But I can’t agree with it, we have to demonize them.”

“Them” is the Americans.

Hier ist der vollständige Essay zu finden.

“Programm” und zwei Korrekturen bezüglich Massimo D’Alema

Noch ein neues Weblog? Doch doch, sehr wahrscheinlich!
Denn obschon dies zunächst nur eine Fortführung der Seiten http://www.bendetto.com/pocodaridere/ und der entsprechenden Yahoo-Group sein soll, weiß der Autor noch nicht einmal sicher, ob es “das” oder “der Weblog” heißt.
Bei den beiden erwähnten Seiten ist bzw. war die Technik für ihn ein bisschen schwierig zu handhaben. Ja, zuletzt spielte sie ihm sogar böse Streiche, z.B. hier, wo ärgerlicherweise plötzlich mit Bezug auf den Herrn Massimo D’Alema von einem “italienischen Au enminister” die Rede war, was eventuell doch sehr erfreulich sein könnte, denn kümmerte D’Alema sich für eine Weile fast ausschließlich um italienische Wiesen, könnte das u.U. vielen, vor allem wahrscheinlich Juden, Amerikanern, Irakerinnen, Afghanen und gar Italienern durchaus ein Mehr an Entspannung bringen. D’Alema könnte dann sogar weiterhin “gut vorbereitet” (D’Alema über Condoleezza Rice) ebenso viel Mist machen, ohne dabei freilich Millionen Menschen in Gefahr zu bringen. Tatsächlich ist dieser Herr, der findet, die (jüdischen) Israelis (und wahrscheinlich überhaupt so gut wie alle Juden) hätten falsches Bewusstsein (und sonst auf dieser Welt wohl überhaupt niemand), und daher im Sinne der wahrscheinlich von ihm erfundenen “Gleichnähe” lieber mit der Hisbollah tanzt, die sie allesamt vernichten will, die jüdischen Israelis und die Juden allgemein, jedoch derzeit italienischer Außenminister. Und – zweite und letzte Korrektur – um ihn als solchen schön zu präsentieren, bezeichnete die “progressive” italienische Wochenzeitschrift “l’Espresso” ihn – mit seinem Vornamen spielend – nicht als “Il Massimo della”, was keinen Sinn ergäbe, sondern als “il Massimo della Pace”: was zugleich als “das Höchste an Frieden” und als “der Friedensmax” gelesen werden kann.