Mentre il calciatore turco-tedesco Mesut Özil fa il saluto nazista in Sudafrica (vedi screenshot da www.spiegel.de, 11/7/2010, ore 0.39) poco dopo che il parlamento tedesco ha approvato unanimemente una resolutione in cui si chiede ad Israele la cessazione del blocco di Gaza, in altre parole: la “ri-liberalizzazione” del traffico d’armi destinato ad Hamas nonché la facilitazione della circolazione di terroristi antisemiti in Israele, affinché i racket islamisti possano continuare meno disturbati da misure di difesa israeliane a sterminare altri sei milioni di ebrei, “[i] «pacifisti» a senso unico ci riprovano a mettere in piedi una nuova flottiglia per sbarcare a Gaza. Gli amici italiani di Hamas sono in prima linea. Si incontrano con i diplomatici turchi dell’ambasciata a Roma e annunciano che sono già pronte sei navi delle 20 previste. L’istituto israeliano per l’antiterrorismo di Herzilya denuncia che si tratta di «una nuova flottiglia della guerra santa» pronta a salpare in settembre e punta il dito contro gli organizzatori italiani.” (Il Giornale, 8/7/2010)
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Il piccolo grande asse Berlino-Ramallah
Il portale di notizie (in lingua tedesca) Heute in Israel riferisce oggi che lo scorso martedì si è riunito in seduta per la prima volta lo “steering committee tedesco-palestinese” (“Deutsch-palästinensischer Lenkungsausschuss”). Secondo il sito, che si richiama a DW-World, vi hanno partecipato dieci ministri “palestinesi” e dieci ministri tedeschi, fra cui il primo ministro dell’Autorità Nazionale Palestinese Salam Fayyad ed il ministro degli esteri tedesco Guido Westerwelle.
Westerwelle si sarebbe detto “orgoglioso” del fatto che, come scrive il sito, “la Germania è il primo ed unico paese ad avere istituito una commissione del genere insieme all’ANP, la quale si riunirà ogni anno, alternatamente a Berlino e a Ramallah”. Continue reading Il piccolo grande asse Berlino-Ramallah
Dalla “soluzione finale della questione ebraica” al “boicottaggio finale di Israele” (con ticket di sinistra d’andata e ritorno)
Da Levante Online (10/01/2009) in questi giorni si apprende che:
Il sindacato autonomo del commercio Flaica-Cub (Federazione lavoratori agro-industria commercio ed affini uniti), per mezzo del segretario Giancarlo Desiderati, lancia un “boicottaggio degli acquisti nei negozi del commercio a Roma che si rifanno alla comunità israelitica”.
Ma non è tanto grave poiché per essere più precisi:
La Flaica si affretta a smentire e ad aggiungere: «Non e’ mai stata nominata nei nostri comunicati la comunità ebraica Romana, a cui esprimiamo tutta la nostra solidarietà per le sofferenze che ha subito nel passato e che riconosciamo quale composta da cittadini e lavoratori onesti».
Al contrario dei cittadini d’Israele che (a prescindere dai poveri oppressi arabi) sono tutti ladri, farabutti e… militaristi imperialisti peggio dei prussiani, degli amerikani e dei serbi messi insieme (per non dir ciò che di solito diciamo più tardi al bar) e che, secondo Desiderati, si meritano
«il boicottaggio finale di Israele perché chiunque usi mezzi militari contro civili inermi, sia Palestinese che Israeliano commette un crimine contro la vita umana e per questo va boicottato anche nella parte economica per impedire con questi soldi di continuare ad acquistare altre armi da guerra.» [grassetto mio, RR]
mentre, come quasi tutti sanno, “per impedire con questi soldi di continuare ad acquistare altre armi da guerra”, i “palestinesi”, la sinistra italiana li boicotta finalmente già da anni.
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