“Interreligiöser Dialog und Dialog der Religionen”

kommen laut Wikipedia “von altgriech. dialégomai: sich unterhalten” und

sind Bezeichnungen für den absichtsvollen, im Idealfall gleichberechtigten, respektvollen, aber auch kritischen Meinungsaustausch, die Begegnung oder auch die Zusammenarbeit in Alltag und Theologie zwischen Vertretern bzw. Angehörigen verschiedener Religionen. Der interreligiöse Dialog kann mehrere Religionen gleichzeitig einbeziehen, häufiger sind jedoch Begegnungen zwischen zwei Religionen.

Allem Anschein nach gab es einen solchen (im Voraus geplanten dreitägigen) interreligiösen Dialog vor kurzem auch in Teheran im Rahmen einer Konferenz. Zwar ist uns nicht bekannt, ob es sich um einen zwei- oder um einen noch-mehr-seitigen Dialog gehandelt hat; in jedem Fall scheinen aber sowohl begeisterte Anhänger der Welt-Alltagsreligion des offenen Vernichtungsantisemitismus als auch begeisterte Anhänger der Welt-Alltagsreligion des zumeist eher irgendwie genuschelten Antisemitismus dort recht absichtsvoll zusammengekommen zu sein.

Die italienische Tageszeitung il Giornale zitierte in Ihrer Online-Ausgabe vom 29. Oktober einen Dialogteilnehmer, den früheren UN-Generalsekretär Kofi Annan, mit den wohl eher das Verbindende als das Trennende hervorheben wollenden Worten, dass das Problem “nicht so sehr die Bibel oder der Koran” seien, sondern “dass einige Kreise sie für ihre politischen Ziele missbrauchen”.

Ob damit die Juden gemeint waren, wurde nicht ausdrücklich referiert.

Einen respektvollen und dabei offenbar gar verzückenden Händedruck am Rande des Treffens dokumentierte il Giornale hier fotografisch (v.l.n.r. Romano Prodi (ehemaliger Präsident der EU-Kommission und ehemaliger italienischer Ministerpräsident), Massenmörder in spe Mahmud Ahmadinedschad, unbekannter verzückter Gläubiger).

Jerusalem today

One of the chief responsibilities of Palestinian militia that operate in the city has been to enforce the PA’s anti-Semitic law which defines the sale of land to Jews as a capital offense. Since 1994, dozens of Arab Jerusalemites have been executed by these men and their Fatah masters in Ramallah and Jericho for the “crime” of selling land to Jews. The government has made little effort to prosecute the offenders. Since 2004, when prime minister Ariel Sharon forced internal security minister Uzi Landau to resign due to Landau’s opposition to Sharon’s sharp turn to the left, the police have not been ordered to rein in the activities of the militia.

Largely as a consequence of this state of affairs, Jews are prevented from living in half of the city. The scarcity of housing options for Jews is what has caused an artificial increase in housing prices that has compelled young families to migrate out of the city.

Caroline Glick, October 2008

For the record (of Iran and of its collaborators)

Judith Apter Klinghoffer

PIRATES CAPTURED AN “IRANIAN DIRTY BOMB?”

Does Israel, amongst others have an undisputed causes belli against Iran? If the story that an Iranian ship carrying dirty bomb materials has been captured by Al Qaeda holds up, she sure does. At the moment the ship is in Muscat and the sailors on board are being released. The US has facilities in Muscat, hence one can hope that it has had the opportunity not only to inspect the cargo but also make sure it will not going to cause any harm.

But let’s start from the beginning. MV Iran Deyanat […]

Morgantini über alles

Lo scorso 9 novembre, nel 69° anniversario della Kristallnacht, il pogrom antiebraico nazionalsocialista che costituì “l’inizio dell’Olocausto” (Deborah Weiss), è stata pubblicata sulla National-Zeitung (“Giornale nazionale”, con sede a Monaco di Baviera) un’intervista a Luisa Morgantini*, vicepresidente del Parlamento europeo, attivista antisionista, e gran sostenitrice dello stragista antisemitico arabo Marwan Barghouti.

La National-Zeitung, secondo la versione tedesca di Wikipedia, pubblica principalmente “articoli minimizzanti sul passato tedesco del nazionalsocialismo, prendendo soprattutto le difese della Wehrmacht. Secondo i critici del giornale, [vi] si fomentano risentimenti contro gli ebrei con titoli stereotipati e con articoli antisemitici e in altri articoli si attaccano lo stato di diritto democratico e i suoi rappresentanti”.

Fra i “critici” della National-Zeitung va annoverato anche l’Ufficio federale per la tutela della Costituzione (Verfassungsschutz). L’intervista a Morgantini è intitolata “‘Israel praktiziert Apartheid’“. Non serve la traduzione del titolo, credo, e il contenuto dell’intervista è fatto delle consuete insinuazioni che si possono leggere anche quotidianamente in italiano, per es. su il manifesto, Liberazione ecc.

Tuttavia, un particolare dell’intervista va forse rilevato come ulteriore esempio della straordinaria logica di certi combattenti di sinistra alleati degli sterminatori odierni di ebrei. Disse la Morgantini, vicepresidente del parlamento europeo, al giornale antisemita, con buona pace di quest’ultimo:

Io, però, non sono un’antisemita, bensì la figlia di un partigiano il quale nella Seconda Guerra Mondiale combatté nelle montagne d’Italia contro la Wehrmacht tedesca.

L’antifascismo, quindi, la Luisa ce l’ha nel DI ENNE A, niente da fare, è scientifico.

Inoltre la Luisa confessò a quel giornalaccio di essere “cresciuta […] con il ‘Diario di Anne Frank’ che giaceva sotto il mio cuscino”. E quindi, cari giovani aspiranti a fare i massacratori di ebrei senza volere passare da antisemiti, se non potete più contare su genitori, bensì magari solo su un bisnonno partigiano, non dimenticatevi di ficcare, per un certo periodo, un esemplare del Diario di Anne Frank sotto il cuscino, il che vi aiuterà. Così i sionisti avranno molta difficoltà a sostenere che voi siate degli antisemiti e non semplicemente dei combattenti ‘contro l’apartheid’, ‘contro l’occupazione’, ‘per la Palestina’, ‘per la giustizia’, ‘per la pace’ ecc. blabla.

È comodo, no? Poi non vi costa quasi niente.

*) Online: http://www.archiv.national-zeitung.de/cgi-bin/suchmausg.pl?suchw=Morgantini&extern=extern&kategorie=0&exakt=alle&treffer=&ref=http://www.archiv2007.national-zeitung.de/NZ46_3.html#tome1

L’Italia è campione d’Europa (2)

In un post recente avevamo riferito che “a detta del comandante italiano Graziano, [l’hezbollah] collabora tanto bene con l’UNIFIL nel Libano“. Ci siamo invece dimenticati di aggiungere che il generale Graziano sembra soffrire di una falsa modestia veramente fuori luogo, poiché anche il rovescio della medaglia, e cioè il fatto che, viceversa, anche l’Unifil non collabora maluccio con i terroristi dell’hezbollah, è, per così dire, carino. Ad esempio, all’inizio di marzo

attivisti armati di hezbollah […] che guidavano un autocarro pieno d’esplosivi, minacciarono il battaglione italiano dell’UNIFIL con le armi. Invece di usare la forza, come richiesto dal loro mandato, i soldati dell’Onu abbandonarono il posto.

L’organizzazione antisemitica Hezbollah, da parte sua, secondo una dichiarazione recente del suo segretario generale Nasrallah, si considera tuttora in guerra con Israele (“die Jüdische” del 05/09/2008) e sembra anche più massicciamente armata di prima di quella nuova “missione di pace” voluta da gente come Prodi, D’Alema e Rice.

Dire che uno più uno fa due, e cioè che l’UNIFIL è servito e serve a camuffare e con ciò a sostenere i preparativi di guerra di sterminio dell’Iran contro Israele, sarebbe tuttavia molto esagerato. E sarebbe ancora peggio dire che tutto questo sarebbe stato previsto già dall’allora presidente di consiglio Romano Prodi quando si impegnò tanto per impedire ad Israele di sconfiggere efficacemente quelli che intendono annientarla, arrivando perfino a proporre come mediatore per la risoluzione “pacifica” del conflitto fra Hezbollah e Israele proprio un rappresantante dei tele-comandanti dei terroristi jihadisti, l’iraniano Ali Larijani.

Eh no: e non si può proprio dire che, come ebbe a dire il defunto presidente del Consiglio centrale degli Ebrei in Germania, Paul Spiegel, “dietro il grido di pace si trincerano gli assassini”! Non si può!

Srebrenica – still questions?

I certainly don’t agree with all the views expressed at that site, especially as far as some (tendentially) anti-Semitic, anti-Western and outright anti-American statements are concerned, and supposed parallels with the opposite, e.g. the Western Iraq intervention, and cartoons which are at least to be called stupid. But for people who are suspicious of the Srebrenica myth and who have the impression or the fear that “Srebrenica” could really have something to do with Auschwitz, but in a more intricate way than the mainstream media and many politicians have been trying to tell the public for more than a decade now, it can be a good starting point.

Hitler, in his “political last will”, said that a main mistake of his could have been that he had failed in forging a more audacious alliance with Islam. And it is doubtlessly quite audacious, at least for an International “war crimes court”, to base its assumptions and accusations on dubious testimonies, media propaganda, and at least exaggerated numbers, while isolating the supposed misdeeds (“massacres”) from the context in which they took place, if they happened at all.

In my view, the pattern is exactly the same as in the case of “criticism of Israel” and exactly as dangerous. While the “best” combination of both, as far as I know, can be found in the BBC, where often, when they talk about the Serbs, who supposedly can never be trusted, really seem to be some kind of “Jew substitutes”, whom you may accuse of any kind of immoral behavior without fear of being held responsible for your own immoral deeds or lack of courage, and whom you may humiliate as long as you like, just because, as a raging British soldier told me in the early 1990’s in order to justify his refusal to think by himself: “The whole world is against the Serbs”.

Dutch Soldiers to Testify in Karadzic’s Defense

Dutch Peacekeepers in Srebrenica

“In Srebrenica at the time we had to protect ourselves from the Bosnian Muslims, rather than protect the Muslims from the Serbs”, Dutch soldiers who served as UN peacekeepers in Srebrenica during the Bosnian civil war said in Belgrade. Photo: Dutch battalion in Srebrenica, 1995.

[…]

Some 15 Dutch soldiers of the former Netherlands battalion stationed in Srebrenica during the Bosnian civil war came to Belgrade on Wednesday, offering to testify in the Hague tribunal on behalf of Dr. Karadzic, a member of Radovan Karadzic’s defense team Milivoje Ivanisevic told Vecernje Novosti.

“We talked about their possible testimony. They stressed that the Serbs did not commit war crimes against the Muslim civilians when they were passing through several dozen of their villages [in Srebrenica municipality] the Dutch soldiers were securing. They came over at their own expense and said they will testify and invite more of their fellow soldiers to testify too. They left Belgrade on Thursday,” Ivanisevic said.

To see how relevant their testimonies would be, Ivanisevic talked to each Dutch soldier who came to Belgrade, individually, about when and where he was and what was he doing. Asked by Vecernje Novosti why haven’t they showed up before to say what really happened in Srebrenica, Ivanisevic said he didn’t pose that question, but added that Dutch soldiers complained there is a complete repression against them in Holland that had lasted for the past 10 years because they are blamed for allegedly “failing to protect Srebrenica”.

“Perhaps the things are finally getting ripe now”, Ivanisevic said. “They told me they came here in apprehension and worried, because they expected to be hated in Serbia just like back home. They said in Srebrenica at the time they had to protect themselves from the Muslims, rather than protect Muslims from the Serbs. Serb Army, according to them, was helping the Muslim women and their children, bringing them food and water”, Ivanisevic conveyed the conversation he had with Dutch soldiers who were stationed in Srebrenica in 1995.

Kosovo: proposta di lettura per il sig. Giuliano Ferrara

che sa l’inglese e che ammirava tanto il sig. Massimo D’Alema per avere saputo portare la sinistra italiana a una guerra (forse quasi fino a quando camminò pubblicamente a braccetto con l’hezbollah).

Poiché a che tipo di guerra (guarda caso) il D’Alemah ha portato la sinistra o il governo di centro-sinistra italiano di allora lo spiega bene Julia Gorin:

For the past eight years, I’ve been in a lonely place politically. I don’t mean the kind of lonely that conservatives generally find themselves in. I’m talking about utter desolation, for there are just as few conservatives as liberals where I’ve been. One of the only non-Serbian Americans to do so, I watched with steady interest for the better part of a decade the clockwork predictability of the fallout from our forgotten Kosovo intervention, a bombing campaign against an emerging post-Communist democracy rooted in Judeo-Christian values–on behalf of tribalistic, blood-code-following nominal Muslims claiming oppression and no less than genocide and ethnic cleansing.

Watching the Albanians predictably move on to terrorize Macedonia within a few months of our intervention that would “contain” the conflict, and then watching Albanians turn their weapons on NATO peacekeepers within 18 months, I wondered what it would take to get a national discussion going about that huge, self-destructive debacle. What would it take to have the debate that, it must be said despite my hobby of mocking Europeans, the German public had in 2001 when it put its politicians’ feet to the fire after learning the hoax that their country had been party to, thanks to a German documentary unapologetically titled “It Began with a Lie.”

Per continuare a leggere l’articolo di Julia Gorin pubblicato il 4 luglio 2007 su American Thinker cliccare qui.

Fischer für Konfrontation am Persischen Golf

Joschka Fischer, der natürlich nicht so ein “Faschist” und nicht so ein US-Vasall wie dieser uneuropäische Berlusconi, ja noch nicht einmal ein Medienzar/-magnat, sondern, mnäää, vielleicht eher immer noch ein Medienmagnet und außerdem auf seinem langen Lauf zu sich selbst zu einem ausgesprochen geschulten Signalgeber geworden ist, Joschka Fischer hat, wenn wir seine vielfach in nahezu kreisrunden Sätzen gefunkten Signale zu den Kernfragen der Zeit Montag dieser Woche in der “Zeit” richtig verstanden haben, ein sich dank den Präsidentschaftswahlen in den USA bald eröffnendes Machtvakuum am Persischen Golf ausgemacht, in das die EU, die mit Friedenspolitik (wir denken hier insbesondere an die Anerkennungspolitik und die Kriege zwecks Zerstörung Jugoslawiens) schließlich schon ganz tolle Erfahrungen gemacht habe, den Irak (USA-Domäne) umgehend, mittels Assoziation mit den Diktaturen am Persischen Golf flink reinstoßen sollte.

Bitte überprüfen Sie selbst in der “Zeit”, ob wir mit unserer Fischer-Exegese Recht haben, und geben Sie uns kurz Bescheid, falls nicht! Wir haben nämlich selber eigentlich recht wenig Zeit. Danke!

Mnäää… dies vorausgeschickt, finden wir jedenfalls fürs Erste: Continue reading Fischer für Konfrontation am Persischen Golf

Schon wieder dieser Berlusconi! Ein später emotional gefärbter Kommentar zur italienischen Parlamentswahl

“Wir haben ein wichtiges Ergebnis erzielt”, sagte Walter Veltroni, der Präsidentschaftskandidat der “Mitte-Linken”, der den amtierenden Ministerratspräsidenten Romano Prodi ersetzen sollte, kurz nach den jüngsten italienischen Parlamentswahlen. Worauf er sich damit bezog, wissen wir zwar nicht, weil wir nicht viel weiter gelesen haben, da wir uns die Erleichterung über das Wahlergebnis nicht durch eine langweilige Rede Veltronis verderben lassen wollten.

Tatsächlich aber haben Veltroni und seine Genossen eine ganze Menge wichtiger Ergebnisse erzielt:

Sie wurden abgewählt und Italien hat bald keine de facto radikal-antizionistische Regierung mehr, deren erste Idee, wenn Israel sich einmal wehrt, wie im Fall des zweiten Libanonkriegs oder von Israels Verteidigungsmaßnahmen gegen die Hamas, stets in der Organisation internationaler Unterstützung für Israels Feinde besteht, wie bei der “Konferenz für den Libanon” oder beim Gerede von der “demokratischen” Legitimierung der antisemitischen Massenmörder von der Hamas geschehen; Italien hat bald keinen Ministerpräsidenten namens Romano Prodi mehr, dem anlässlich des Libanon-Krieges wie immer gleich ein ‘Friedenstisch’ einfiel, für den er dieses Mal als Vermittler sogar einen Vertreter des Kommandanten einer der beiden Parteien, und zwar der angreifenden, nämlich Ali Larijani, den damaligen “Atomunterhändler” des Iran, vorschlug, der sich ihm zufolge sogar sofort dazu bereit erklärt habe; Italien hat bald keinen Außenminister (D’Alema) mehr, der nach der “Friedenskonferenz” “Für den Libanon” damit angab, dass er Condoleezza Rice “Condy” nennen durfte, sie wie bei der Lehrerkonferenz dafür lobte, dass sie so “gut vorbereitet” sei – wobei man sich durchaus fragen sollte, ob nur auf ihn -, und wenig nachdem Millionen Israelis nach Monaten ihre Bunker wieder verlassen bzw. ihre Häuser wieder aufsuchen konnten, auf der anderen Seite mit einem Hisbollah-Abgeordneten Arm in Arm spazieren ging. Continue reading Schon wieder dieser Berlusconi! Ein später emotional gefärbter Kommentar zur italienischen Parlamentswahl

Barack Obama and Hillary Clinton: two distinct kinds of Euros

A striking characterization by Caroline Glick, just found in the Jerusalem Post Online Edition:

[…] how will a President Hillary Clinton or a President Barack Obama respond after being shown that appeasement of the Palestinians has once again failed and that appeasement or deterrence of the Iranian regime has also failed once again? Given their distinct emotional makeup, it can be assumed that Obama will argue that reality is wrong and continue on – Carter-like – into the abyss and drag his country and Israel down with him. Acting in a Clinton-like way, Clinton on the other hand, would be more likely to pick a fight with Serbia – or call for a federal ban on chewing tobacco in a bid to change the subject.

 

“Was tun mit den Europäern?”

… ist eine schrecklich gute Frage und zugleich der Titel eines Beitrags von Simone Dinah Hartmann, Sprecherin des Bündnisses “Stop the Bomb“, in dem von ihr und Stephan Grigat herausgegebenen Band Der Iran – Analyse einer islamischen Diktatur und ihrer europäischen Förderer.

Der Iran - Analyse einer islamischen Diktatur und ihrer europäischen Förderer

Der Untertitel des Beitrags lautet: Überlegungen zum Kampf gegen Antisemitismus, islamischen Terror und iranisches Nuklearprogramm. Im Folgenden ein Auszug:

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In keinster Weise

Bei dem Ausdruck „in keinster Weise“ könnte es sich um die am rapidesten um sich greifende Sprachfehlerepidemie der letzten Jahrzehnte, wenn nicht Jahrhunderte handeln. Das lassen jedenfalls die dazu auffindbaren ca. 900.000 Google-Hits (Stand 29.11.2007) befürchten, selbst wenn es sich bei einem Teil derselben um kritische Betrachtungen handeln mag. Worin mag der Grund für eine derartige Popolarität dieses völlig falschen und im Vergleich etwa zu „absolut nicht“, das durchaus schon emphatisch genug ist – denn „relativ nicht“ wäre schließlich auch schon Quatsch –, außerdem viel hässlicheren „Spruches“ liegen? Continue reading In keinster Weise

Ne damo Kosovo

Snow neve Schnee

fällt falls càde

auf on su

brènnendes burning cuòre

heart ardènte herz

two due zwei

mondi welten worlds

in war against each other si guerrèggiano bekriegen sich

+

il terzo the third one die dritte

muore dies

(Written geschrieben scritto in Utrecht, April, 13th 1999, while a band was playing Rosamunde “for the Kosovo“ – in German)

Kosovo je Srbija.

Su quelli da riconoscere come “democraticamente eletti”

che, quando parlano degli israeliani, degli ebrei, dei sionisti, gridano all’infanticidio insieme a certi loro alleati “progressisti” ; da “il Foglio” (edizione on-line) del 3/3/2008:

“Voi siete il nostro bersaglio, vi vogliamo morti”. Così parla Hamas (e lo dice perfino in ebraico)

I missili palestinesi cadono sui centri commerciali, sugli ospedali, sulle scuole e sugli obiettivi civili in Israele, e Hamas si rivolge direttamente agli ebrei. Lo fa in inglese e persino in ebraico: “Voi siete il nostro bersaglio, vi vogliamo morti”. Lo si legge nel sito web ufficiale di Hamas. In uno degli ultimi poster on line sui siti di Hamas, con didascalie che non lasciano spazio al dubbio, sono raffigurati bambini di Sderot rannicchiati in un rifugio durante un attacco di Qassam palestinesi: “I sionisti si nascondono bene”.

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di Giulio Meotti

Mi ricordo ancora bene di un episodio avvilente (per me) a una “Festa dell’Unità” a Bologna, all’inizio degli anni novanta. Oltre ai tanti ristoranti, agli stand delle piadine, a quelli delle aziende “comuniste”, c’era pure uno stand sui “massacri dei serbi” in Bosnia, e ovviamente (?) solo su quelli imputati a loro (e forse anche con quella foto di un “lager serbo” che più tardi si sarebbe rivelata un falso). Dopo che il giovane custode di quella mostra aveva scoperto che ero tedesco, non riusciva più a mollarmi finché non riuscì a fare quel che tanto gli premeva, e cioè a confessarmi la sua ammirazione e il suo senso di colpa per il fatto che gli italiani non erano stati tanto radicali con gli ebrei “come voi”.

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“Im Iran gibt es keine Homosexuellen” (Mahmud Ahmadinedschad)

Drohende Abschiebung einer lesbischen Iranerin

Ein Berliner Gericht hat die Abschiebung der 31jährigen lesbischen Iranerin Jasmin K. beschlossen, obwohl diese von einem iranischen Gericht in Abwesenheit wegen Homosexualität zum Tode verurteilt worden war, was ihre Anwältin dem Gericht beweisen konnte. Im Iran erwartet sie nun die Steinigung, so die 31jährige gegenüber dem Online-Magazin queer.de. Das Gericht […]