Perché bombardare la Siria non aiuterà Israele

di Daniel Greenfield

Uno degli argomenti più noti per bombardare la Siria è che questo aiuterà Israele.

Israele non ha bisogno di questo tipo di aiuto. Gli israeliani distrussero con successo un reattore nucleare siriano nel 2007. Durante la guerra civile siriana, Israele lanciò una serie di colpi contro bersagli siriani. Semmai, un intervento della NATO inibirà la capacità di Israele di operare nello spazio aereo siriano, visto che – come avvenne durante la guerra del Golfo – Israele è tenuto fuori dal conflitto per motivi politici, e cioè per evitare di offendere i musulmani. Continue reading Perché bombardare la Siria non aiuterà Israele

“Incidente” in Samaria

Kol Israel ha riferito che sulla strada di collegamento 396, vicino alla città di Shaked nel nord della Samaria, un trattore guidato da un palestinese ha tamponato un camion con bombole di gas nella cui cabina, accanto al conducente israeliano, erano seduti tre bambini israeliani. Il conducente del trattore e tutti e tre i bambini sono morti. La notizia [sic] viene chiamata senza eccezione un incidente, ed anche nei media israeliani non vi è nessun dibattito su un [possibile] retroscena terroristico.

Da: Heute in Israel, 16 settembre 2010 (traduzione dal tedesco di Ralph Raschen)

Il piccolo grande asse Berlino-Ramallah

Il portale di notizie (in lingua tedesca) Heute in Israel riferisce oggi che lo scorso martedì si è riunito in seduta per la prima volta lo “steering committee tedesco-palestinese” (“Deutsch-palästinensischer Lenkungsausschuss”). Secondo il sito, che si richiama a DW-World, vi hanno partecipato dieci ministri “palestinesi” e dieci ministri tedeschi, fra cui il primo ministro dell’Autorità Nazionale Palestinese Salam Fayyad ed il ministro degli esteri tedesco Guido Westerwelle.

Westerwelle si sarebbe detto “orgoglioso” del fatto che, come scrive il sito,  “la Germania è il primo ed unico paese ad avere istituito una commissione del genere insieme all’ANP, la quale si riunirà ogni anno, alternatamente a Berlino e a Ramallah”. Continue reading Il piccolo grande asse Berlino-Ramallah

Con Barack Hussein Obama, Israele non ha nulla da perdere

A proposito di certe dichiarazioni della vicesegretaria alla difesa americana, Michele Flournoy, fatte oggi a Singapore, il “portale di notizie” Heute in Israel commenta:

Gli Usa non hanno promesso ad Israele di attaccare l’Iran in ogni caso se le sanzioni non spingono il regime [iraniano] a cambiare idea – bensì di mantenere lo scenario della minaccia militare come parte del processo diplomatico e della pressione nei confronti di Teheran. Questo [scenario] ora non esiste più e con ciò [Barack] Hussein [Obama] ha firmato un assegno in bianco per la bomba a favore degli ayatollah. Questo, a Teheran, non sarà inteso diversamente.

Continue reading Con Barack Hussein Obama, Israele non ha nulla da perdere

Capito Obama?

La dolorosa verità è che l’obiettivo di Obama non è mai stato quello di impedire che Teheran si procuri l’arma nucleare. Tutta la sua strategia delle “sanzioni-se-il-coinvolgimento-fallisce” non è altro che un espediente. L’amministrazione Obama non ha mai avuto l’intenzione di imporre sanzioni pungenti sull’Iran. Come un autorevole funzionario dell’amministrazione ha detto al New York Times, lo scopo dei discorsi sulle sanzioni è quello di persuadere gli iraniani a negoziare. Nelle sue parole: “Si tratta di riportarli ai negoziati, poiché il vero scopo è quello di evitare la guerra.”

Capito? Per quanto concerne Obama, un Iran con armi atomiche non è la preoccupazione principale. La preoccupazione principale è che Israele potrebbe usare la forza per impedire che Teheran si procuri armi nucleari.*

Difendersi, cioè.

*) Caroline Glick, Sarah Palin’s friendship, JPOST.com, 12/2/2010 (traduzione dall’inglese: Ralph Raschen)

A proposito dei bambini (morti) di Hamas e D’Alema…

… i quali, entrambi, seguendo la “buona” tradizione antisemitica, accusano gli Ebrei (israeliani) di massacri (premeditati) di bambini:

“Khaled di A-Rimal [Gaza], dice: ‘Noi bambini stiamo compiendo missioni di supporto per i combattenti di resistenza [di Hamas], trasmettendo messaggi sui movimenti delle forze nemiche oppure portando loro munizioni e cibo. Noi stessi non siamo consapevoli dei movimenti dei combattenti della Resistenza. Li vediamo in un posto, spariscono di colpo, poi ricompaiono da qualche altra parte. Sono come fantasmi; è molto difficile trovarli o ferirli.’ [Kul-Al-Arab (settimanale arabo-israeliano), 9 gennaio 2009]”

Dal weblog di Judith Apter Klinghoffer; traduzione dall’inglese di Ralph Raschen.

L’Italia è campione d’Europa…

… almeno per quanto riguarda gli affari con l’unico Stato del mondo – l’Iran – il cui scopo dichiarato è la cancellazione di Israele dalla carta geografica, che a tale scopo sta cercando di costruirsi la bomba atomica e che allo stesso scopo ha creato l’Hezbollah che, a detta del comandante italiano Graziano, collabora tanto bene con l’Unifil nel Libano. Il titolo di “campione europeo segreto” potrebbe spettare invece alla Germania, visto che quest’ultima sta svolgendo una parte crescente dei suoi affari con i mullah attraverso paesi terzi. Per vedere la classifica completa dell’ipocrisia antisemitica europea cliccare qui.

Perché l’Hezbollah (e cioè l’Iran) ha vinto il Libano

Per rendere possibile il facile trionfo di Hezbollah era necessario che moltissime forze voltassero le spalle alle forze democratiche del Libano. Era necessario che moltissimi attori facessero finta di non vedere il riarmo di Hezbollah finanziato dall’Iran e dalla Siria durante gli ultimi due anni. Era necessario che moltissimi attori ignorassero e, con ciò, esacerbassero le debolezze interne del movimento del 14 marzo e del governo Siniora da esso creato. Era necessario che moltissimi paesi ed organizzazioni internazionali accettassero la finzione che l’esercito libanese ricevesse i suoi ordini dal governo libanese eletto.

Caroline Glick (traduzione nostra)

A proposito di Beppe Grillo e dei suoi predecessori, seguaci ed imitatori

una citazione riferita a un contesto simile:

La liberazione del senso di giustizia del popolo porta quasi necessariamente ai pogrom, alla disintegrazione della società capitalistica in bande divise secondo criteri etnici o produttivi, le quali si scaglieranno le une contro le altre nella guerra civile finché una coalizione di bande non ne riporterà la vittoria, vittoria da cui sorgerà un regime del terrore che fino alla guerra civile successiva farà ogni sforzo possibile per mantenere il suo dominio con il sangue e il populismo.

Da: Justus Wertmüller, Entscheidung für eine individuelle Welt. Etatisten und Staatsfeinde fordern Gerechtigkeit, in: Bahamas, Nr. 53, Sommer 2007, pp. 59-63, p. 63 (traduzione della citazione: Ralph Raschen).

Niente affari con i mullah iraniani!

Sembrerebbe una cosa ragionevole, no? Per decidersi basterebbe già, per esempio, dare un’occhiata al sito dell’Associazione Donne Democratiche Iraniane in Italia che abbiamo appena trovato seguendo un link dal sito “Lisistrata“. Invece, a dir poco, tutti, o quasi, i paesi dell’Europa parlano con una voce sola, quella di Beppe Grillo: “Accetto che Israele sia più a rischio di altri, l’Olocausto e tutto il resto.”

Niente affari con i mullah iraniani - manifestazione a Vienna 30 settembre 2007

Cliccare sul button a fianco per sapere di più sulle ragioni di una manifestazione contro la collaborazione austriaca, ma non solo, con il regime liberticida, omicida, antisemita di Teheran, per adesioni e/o, magari, per tradurre qualche testo del sito dal tedesco, dall’inglese, dal francese, dal farsi o dall’ebraico verso l’italiano.