che, quando parlano degli israeliani, degli ebrei, dei sionisti, gridano all’infanticidio insieme a certi loro alleati “progressisti” ; da “il Foglio” (edizione on-line) del 3/3/2008:
“Voi siete il nostro bersaglio, vi vogliamo morti”. Così parla Hamas (e lo dice perfino in ebraico)
I missili palestinesi cadono sui centri commerciali, sugli ospedali, sulle scuole e sugli obiettivi civili in Israele, e Hamas si rivolge direttamente agli ebrei. Lo fa in inglese e persino in ebraico: “Voi siete il nostro bersaglio, vi vogliamo morti”. Lo si legge nel sito web ufficiale di Hamas. In uno degli ultimi poster on line sui siti di Hamas, con didascalie che non lasciano spazio al dubbio, sono raffigurati bambini di Sderot rannicchiati in un rifugio durante un attacco di Qassam palestinesi: “I sionisti si nascondono bene”.
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Mi ricordo ancora bene di un episodio avvilente (per me) a una “Festa dell’Unità” a Bologna, all’inizio degli anni novanta. Oltre ai tanti ristoranti, agli stand delle piadine, a quelli delle aziende “comuniste”, c’era pure uno stand sui “massacri dei serbi” in Bosnia, e ovviamente (?) solo su quelli imputati a loro (e forse anche con quella foto di un “lager serbo” che più tardi si sarebbe rivelata un falso). Dopo che il giovane custode di quella mostra aveva scoperto che ero tedesco, non riusciva più a mollarmi finché non riuscì a fare quel che tanto gli premeva, e cioè a confessarmi la sua ammirazione e il suo senso di colpa per il fatto che gli italiani non erano stati tanto radicali con gli ebrei “come voi”.
Nel suo “testamento politico” Adolf Hitler si rammaricò di avere trascurato troppo la sua alleanza con l’Islam. Se oggi ci sono tanti “antifascisti” italiani che paragonano gli israeliani ai nazisti (come hanno già fatto in precedenza con i serbi), lo faranno perché “in fondo alla loro anima” ritengono che il fascismo di stampo italiano sia stato troppo mollaccione nei confronti degli ebrei. Lo faranno perché non considerano gli ebrei un popolo, bensí esattamente come Hitler, l'”antirazza” che disintegra tutte le altre. Sono cose scusabili, queste? Non colpevolizzerei tanto quel giovanotto (anche se sembrava già avere la maggiore età), ma piuttosto la “morale”, resa palpabile per me grazie a lui in quel momento, dei tanti appartenenti alla generazione dei suoi genitori che non si sono affatto (in pieno accordo con le parole di un ministro tedesco, di centro-destra, dell’inizio degli anni novanta) accontentati del “mettere in ginocchia i serbi” ma che continuano tuttora a rinvigorire l’amicizia con l’Islam, in pieno accordo con il testamento politico di Adolf Hitler.