“Neo-Nazis against ‘Jew Rally in Vienna'”

Neo-Nazis against “Jew Rally in Vienna”

The rally on the occasion of the impending Iranian atomic armament planned for September 30th drew the ire of Neo-Nazis: On the “Heimatschutz” (homeland protection) forum – a forum associated with the “Bund Freier Jugend” (BFJ – Alliance of Free Youth) – a certain “Heimdall” calls attention to the rally in a message titled “Judendemo in Wien” (Jew Rally in Vienna). A user under the revealing nickname “Brandsatz” (incendiary device) asks whether “countermeasures” should be taken. “Heimdall” then proposes to “unpack the Palestinian scarfs and support the anti-imperialists”. […]

Manifestazione: Niente affari con i mullah iraniani! (Update)

Ormai c’è anche una traduzione italiana dell’appello per la manifestazione del 30 settembre a Vienna:

Contro il programma atomico dell’Iran e i suoi promotori austriaci ed europei!
Ne va di Israele – e dei residui della ragione politica!

Domenica, 30 settembre 2007, ore 18:00
Vienna, Stephansplatz (Austria)

Organizzata da Café Critique e dalla Comunità Israelitica (Israelitische Kultusgemeinde) di Vienna

Ahmadinejad chiede regolarmente l’estinzione d’Israele. L’ex presidente Rafsanjani, considerato un “moderato” in Occidente, è entusiasta del fatto che già l’impiego di una sola bomba atomica sarebbe sufficiente per annientare Israele. I missili atomici progettati dai mullah iraniani minacciano il mondo intero. Con i rappresentanti della dittatura iraniana, che perseguitano minoranze religiose come i bahai e fanno giustiziare gli omosessuali, non è possibile condurre alcun dialogo. Essi sono disposti a sacrificare la popolazione per i propri fini apocalittici operando, in nome di questi, la peggiore repressione di qualsiasi tipo di aspirazione all’emancipazione. Ciò significa che una volta che disporranno di armi atomiche ogni politica di deterrenza sarà inutile. Coloro che intendono condurre un dialogo e fare affari con loro portano avanti lo stesso appeasement che un tempo favorì in Europa la più grande guerra sterminatrice della Storia.

L’affare da 22 miliardi d’euro dell’OMV (la maggiore azienda petrolifera austriaca, n.d.t.) pianificato per la fine dell’anno, farebbe dell’Austria e dell’Europa dei partner strategici di tali forze politiche che rischiano di riallacciarsi, con nuove forme religiose e politiche, alla follia d’annientamento dello Stato nazionalsocialista tedesco. […]

Cliccare qui per leggere l’intero appello, per contatti, adesioni, maggiori informazioni…

Niente affari con i mullah iraniani!

Sembrerebbe una cosa ragionevole, no? Per decidersi basterebbe già, per esempio, dare un’occhiata al sito dell’Associazione Donne Democratiche Iraniane in Italia che abbiamo appena trovato seguendo un link dal sito “Lisistrata“. Invece, a dir poco, tutti, o quasi, i paesi dell’Europa parlano con una voce sola, quella di Beppe Grillo: “Accetto che Israele sia più a rischio di altri, l’Olocausto e tutto il resto.”

Niente affari con i mullah iraniani - manifestazione a Vienna 30 settembre 2007

Cliccare sul button a fianco per sapere di più sulle ragioni di una manifestazione contro la collaborazione austriaca, ma non solo, con il regime liberticida, omicida, antisemita di Teheran, per adesioni e/o, magari, per tradurre qualche testo del sito dal tedesco, dall’inglese, dal francese, dal farsi o dall’ebraico verso l’italiano.

 

Rally: “No Deals with the Iranian mullahs!”

No Deals with the Iranian mullahs!

Down with Iran’s atomic program and its Austrian and European supporters! It’s about Israel – and the remainder of political reason!

Sunday, September 30th 2007
18:00, Vienna, Stephansplatz

Organized by Café Critique and the Jewish community of Vienna (IKG)

Ahmadinejad calls for the annihilation of Israel on a regular basis. Iran’s former president Rafsanjani, considered in the West a ‘moderate,’ gushes over a single atomic bomb being sufficient enough to obliterate Israel. The nuclear weapons the Iranian mullahs intend to build threaten the whole world. There is no dialog to conduct with representatives of the Iranian dictatorship, which persecutes religious minorities such as the Baha’i and executes homosexuals. They are prepared to sacrifice the inhabitants of their very own country for their apocalyptic goals, on behalf of which they unleash yet the worst repressions against each and every effort among the population towards emancipation. That is to say: once they possess atomic weapons, politics of deterrence will prove ineffective. Whoever seeks to conduct a dialog and business with them, pursues the same appeasement which once facilitated a war in Europe that turned into the largest war of extermination in history.

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“Avanti popolo!”

Qualcosa che chi lo voleva sapere, poteva saperlo anche molto prima e anche senza “Human Rights Watch”, e che non importa se viene da “destra” o da “sinistra” ma che merita comunque di essere ricordato. Dal blog di Fausto Carioti:

Gli amici di D’Alema e Diliberto

Ecco chi sono quelli cui Oliviero Diliberto corre a stringere la mano, quelli che vanno a braccetto con il ministro degli Esteri italiano. I loro obiettivi “politici” sono descritti in un rapporto di 128 pagine dell’organizzazione per la difesa dei diritti umani Human Rights Watch, appena pubblicato, che ha già scatenato nuove polemiche in Medio Oriente.

Durante il conflitto armato con Israele, a partire dal 14 agosto 2006, Hezbollah ha più volte dichiarato che i suoi missili erano puntati essenzialmente verso bersagli militari in Israele, o che i suoi attacchi ai civili erano giustificabili come risposta al fuoco indiscriminato di Israele nel sud del Libano e come strumento per attirare Israele in un conflitto di terra. In verità, la prima pretesa è confutata dal grande numero di razzi che ha colpito oggetti civili ben distanti da ogni bersaglio militare, mentre gli ultimi argomenti sono inammissibili dinanzi alle leggi umanitarie internazionali.

… e mentre, aggiungiamo noi just by the way, in verità né esistono le “leggi umanitarie internazionali” (poiché: chi sarebbe il sovrano che le avrebbe definite?) ma solo certe convenzioni fra Stati (e probabilmente va anche bene che esse esistano), né vi fu da parte d’Israele alcun “fuoco indiscriminato” in quella guerra. A parte che in genere il “fuoco indiscriminato” non è mai stata una “cosa da Israele”. È sempre stato, invece, una specialità dei nemici d’Israele che estendono tale fuoco, senza farsi grossi problemi, anche alle proprie popolazioni; gli islamisti preferiscono piazzare i loro missili in aree densamente popolate, anzi, a volte perfino dentro le “case private” situate nei territori da loro controllati, per poi, in caso di contrattacchi, poter presentare orgogliosamente le loro vittime civili a un pubblico mondiale sempre più delirante e sempre più disposto a dare la colpa di tutto e di tutti ad Israele, agli ebrei, agli americani.

Stop The Bomb

How peaceful! Four recent quotations regarding “public peace and order”

Public peace and order in Belgium:

Yesterday the Brussels Journal posted translated excerpts from an op-ed piece by Freddy Thielemans, the mayor of Brussels.Freddy Thielemans

I decided to forbid the September 11 demonstration “against the islamicisation of Europe.” […] Since 2001 I have allowed over 3,500 demonstrations. This is only the sixth one which I forbid. […] The right to demonstrate exists only inasmuch as it does not cause a disturbance of the public peace and order. […] First and foremost the organizers have chosen the symbolic date of 9/11. The intention is obviously to [conflate] the terrorist activities of Muslim extremists on the one hand and Islam as a religion and all Muslims on the other hand.

(Gates of Vienna, 21/8/2007)

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Was will die Hamas?

Da anscheinend nicht nur zahlreiche europäische Politiker gut damit leben können, wenn Israelis und Juden mindestens immer gefährlicher leben müssen, sondern z.B. auch der ehemalige US-Außenminister Colin Powell, dem es ähnlich wie Fausto Bertinotti genügt, dass sich Massenmordbuben auf einen starken Rückhalt in ihrer eigenen ‘Gesellschaft’ berufen können, um als Gesprächspartner anerkannt zu werden, ein paar aus dem Italienischen übertragene Sätze eines hier bereits nach Informazione Corretta zitierten Artikels von Fiamma Nirenstein:

Was hat die Hamas vor? Ihr Plan geht über Israel hinaus. Die Hamas nimmt sich heute im Rahmen der Konfrontation zwischen dem, was sie für den wahren Islam hält, und der sündigen westlichen Welt, als entscheidend wahr. Khaled Mashaal will die zweite Ära der palästinensischen Geschichte nach derjenigen Arafats einleiten, eine Ära, in welcher der Islam, gestärkt durch ein zeitweiliges Bündnis aus Sunniten und Schiiten gegen den Westen, die Welt erobern soll. Mashaal, der wahre Kopf der Hamas, befindet sich von Damaskus aus in ständigem Kontakt mit Syrien, den Iranern und der Hisbollah. […] Mashaal will jeden Rest westlicher und demokratischer Einstellungen unter den Palästinensern zerstören und, durch ein großes Bündnis gestärkt, aus seinem Volk einen sunnitischen Mini-Iran machen, der sich der Zerstörung Israels und der messianischen Vorherrschaft über die jüdische und christliche Welt hingibt, die er verachtet.

 

“The president speaks”

Die in der “Jerusalem Post” erscheinenden Einschätzungen der Situation Israels von Caroline Glick sind immer zur Lektüre zu empfehlen.

Direkt soll hier wenigstens auf eine hingewiesen werden, die am 14. Juni erschien; eine “Israel- und Amerikakritik”, die nicht gerade Antizionisten und Antisemiten aus der Seele spricht, sondern aufweist, wie weit es der antisemitische Wahn schon wieder gebracht hat.

According to media reports, [US president G.W.] Bush believes that five years after his last speech on the subject on June 24, 2002, the time has come for an updated assessment of the situation. A lot has happened in the last five years both in Israel and in Palestinian society. A good way to understand our present circumstances is to recall that last speech, where Bush laid out his “vision” to bring peace to the Middle East by establishing an independent, democratic Palestinian state next to Israel on the west bank of the Jordan River on land that the League of Nations mandated in 1922 was to be reserved for the Jewish homeland.

Um den ganzen Artikel zu lesen, einfach auf das obige Zitat klicken. Falls es ein anderer sein soll, auf einen anderen der hierunter zitierten Links zu den

LATEST STORIES BY CAROLINE GLICK

 

in der “Jerusalem Post”.

PS: Selbstverständlich sollten und dürften sich auch überzeugte “USA-Kritiker” nicht gerade durch die Analysen Glicks bestätigt fühlen. Denn diese haben nichts mit dem hämischen Auftrumpfen gemein, wie es sich z.B. in der exemplarisch projektiven Suggestivfrage “Totgesiegt?” vor den brennenden Twin Towers auf der ersten “konkret”-Titelseite nach 9/11 äußerte.

I confini dell’Iran con Israele

Noch einmal etwas von Fiamma Nirenstein, oder besser: ein Hinweis darauf, per chi sa leggere l’italiano, ein Auszug aus “Il Giornale” vom 17.6.2007, zitiert nach Informazione Corretta.

I palestinesi sono di nuovo riusciti ad autodistruggersi, a rendere impossibile la soddisfazione delle loro richieste: così è stato per 60 anni di rifiuto ad ogni soluzione di compromesso, così è di nuovo oggi con l’avvento al potere dell’integralismo islamico a Gaza, con la debolezza del nuovo governo di Fatah. Il terrore di Arafat era di morire nell’irrilevanza, ieri la sua casa è stata saccheggiata a Gaza da giovani mascherati che non sanno quasi nulla del rais ma tutto sul compito storico di distruggere Israele per restituire la terra all’Ummah dei credenti, e di battere i non credenti e gli apostati in tutto il mondo, con l’aiuto di Dio e dell’Iran, che adesso può contare su due confini con Israele, in Libano e a Gaza.

[…]

Qual è il disegno di Hamas? Il suo piano va oltre Israele. Hamas si sente oggi cruciale nello scontro fra quello che reputa il vero Islam e il mondo occidentale peccatore. Khaled Mashaal intende inaugurare la seconda era della storia palestinese dopo quella di Arafat, un’era in cui l’Islam conquisterà il mondo, forte di un’alleanza momentane a formata da sunniti e sciiti contro l’Occidente. Mashaal, il vero capo di Hamas, da Damasco è in costante contatto con la Siria, gli iraniani, gli hezbollah. Anche Al Qaida giuoca nell’West Bank un grande ruolo, come ripetono gli egiziani. E al vertice che l’Arabia Saudita promosse alla Mecca a febbraio fra Fatah e Hamas, di fatto Hamas uscì avendo imposto al cosiddetto fronte moderato la sua politica: ottenne denaro e accordi senza rinunciare né ai suoi piani né alla pioggia di kassam su Israele. Mashaal vuole distruggere ogni residuo di atteggiamento occidentale e democratico fra i palestinesi, fare del suo popolo, forte di una grande alleanza, un mini Iran sunnita devoto alla distruzione di Israele e al predominio messianico sul mondo ebraico e cristiano, che disprezza.

[…]