In lutto per la perdita di un altro gran bel pezzo dell’Italia

Quando i tedeschi vincono, io, “tedesco”, perdo sempre molto. Muoio. È stato il caso quando sono riusciti a formare un racket abbastanza compatto per risuscitare nuovamente il jihad contro i serbi (e, in ultima istanza, anche gli ebrei e gli americani), incorporando in esso l’Italia “fondata sul lavoro”, per bombardarli (o meglio: soprattutto farli bombardare) infine senza pietà, ed è il caso anche ora che, dopo avere smontato il da sempre troppo americano Berlusconi, stanno definitivamente riconquistando l’Europa con mezzi “pacifici”, anche se magari “solo” per poi unterzugehen (you know the movie, Der Untergang, don’t you?) tutti insieme nella lotta contro il “potere giudaico-finanziario internazionale”, la “plutocrazia”.

Gli avvenimenti ed i tradimenti delle ultime settimane – a parte un’allusione abbastanza “casuale”, ma anche demogogica, a una “sede della Massoneria” – sono stati commentati bene da Giuliano Ferrara, il direttore de il Foglio. Perciò includo qui almeno la sua più recente puntata di Qui Radio Londra con la piccola correzione che, appunto, l’Italia non ha affatto partecipato solo in “missioni di pace” negli ultimi decenni e che a trovarsi ad avere un governo “Quisling” l’Italia non mi pare essere tanto sola, anche se l’altro “protettorato” – di più vecchia data -, la Serbia, al cui brutale smembramento l’Italia partecipò più o meno entusiasticamente nel 1999 e che si sta tuttora smembrando ulteriormente, si trova ufficialmente al di fuori dell’Ue.

Nonché con l’aggiunta che se un nuovo Risorgimento italiano ci sarà mai, ci sarà dopo che sarà cominciato il lutto anche per quello che è stato fatto alla Serbia ed ai serbi nel quadro di ciò che il cancelliere tedesco della fine degli anni novanta, Schröder, voleva che si intendesse non come una guerra ma come un “atto di fondazione”. (Ferrara, purtroppo, ha riconosciuto la follia che ha guidato la “liberazione” dei “bosniaci” e dei “kosovari”, nel cui contesto non la ammette tuttora, solo tardivamente, nella “liberazione” della Libia (e, forse, non so, dell’Egitto). Ma poi bisognerà forse ricondurre il tutto ad un altro “peccato originale” grave, cioè alla promozione dell’Olp e del “palestinesismo” (Bat Ye’or) da parte degli “europeisti” di tutto il mondo – come prima potente incarnazione di detta follia dopo Auschwitz e Jasenovac.)

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