Da una lettera scritta dopo un breve viaggio a Gerusalemme [modificato]

Cara Signora G.,

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Il “Suo” Camilleri con il suo “senso dello Stato” con la S maiuscola e spesso e volentieri anche in grassetto e corsivo, non credo che mi piacerebbe. Mi pare che costui scriva con troppo poco rispetto per la Syntax (senza grassetto) e quindi anche per la logica. Ich halte es, so gut ich kann, mit Karl Kraus e, inoltre, il fatto che Camilleri partecipò ad almeno un “No Cav Day” non me lo rende affatto più simpatico – non amo Berlusconi, ma non sono (più) né anti-italiano né antisemita, né antiserbo, né anti-americano (ragion per cui circa quindici anni fa, dopo che i tedeschi, il primo di settembre di quell’anno, 1995, partendo da Piacenza cercarono di bombardare Pale, fui estradato freddamente da Bologna ad opera di un mob proto-nazista variopinto, costituito da amanti della Pace con la P maiuscola e dello Stato, ‘quando ci vuole’ anche con due S, che più o meno tacitamente mi accusava di avere compiuto tutte le nefandezze possibili di questo mondo (e quindi, in ultima istanza, di essere un ebreo con la E maiuscola)).

Sono confermato nel mio giudizio dal fatto che qui, il Nostro dice che “[i]n realtà non faccio altro nei miei romanzi” che raccontare seriamente che “[i]o sono un italiano nato in Sicilia che ha un forte senso dello stato e che stima gli avversari politici che hanno lo stesso forte senso dello stato”. Si tratta quindi quasi certamente di uno scrittore rassicurante con la R – o, meglio, con la kappa – maiuscola e già per questo motivo preferirei non incontrarlo da nessuna parte, neanche nelle sue opere di fiction, poiché temo che mi racconterebbe sempre solo kvesto.

Mi sembra, insomma, che si tratti proprio di uno di quegli ideologi (con la I maiuscola e in grassetto e corsivo) tedeschi “italiani” d’ogni nazionalità, inclusa purtroppo anche quella israeliana, a dir poco odiatori di Israele, che al giorno d’oggi ti saltano addosso a ogni piè sospinto, e pertanto il caso Camilleri Io lo chiuderei volentieri già dopo avere eseguito le mie prime modeste indagini preliminari nell’internet. Poiché a differenza di qualcun altro, che circa due  anni fa or sono fu tentato di buttare i prodotti cartecei del Nostro nella spazzatura, a me forse potrebbe venire voglia di ficcare il libro preso a prestito (per dialettaleggiare un po’ come Camilleri) int el tsess, per poi premere il tasto dell’acqua. Ma chi me lo sturerebbe poi, il water, casomai? Non g’ho né il Temp, né i Skei. Inoltre, dovrei risarcire la biblioteca per il danno economico. Avendo anche già assaggiato qualcosa della sua fiction su internet, un’impresa del genere mi sembrerebbe per ora troppo rischiosa.

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Freundliche Grüße
Ralph Raschen

Andrea Camilleri con Krawatte

Camilleri con Krawatte

Morgantini über alles

Lo scorso 9 novembre, nel 69° anniversario della Kristallnacht, il pogrom antiebraico nazionalsocialista che costituì “l’inizio dell’Olocausto” (Deborah Weiss), è stata pubblicata sulla National-Zeitung (“Giornale nazionale”, con sede a Monaco di Baviera) un’intervista a Luisa Morgantini*, vicepresidente del Parlamento europeo, attivista antisionista, e gran sostenitrice dello stragista antisemitico arabo Marwan Barghouti.

La National-Zeitung, secondo la versione tedesca di Wikipedia, pubblica principalmente “articoli minimizzanti sul passato tedesco del nazionalsocialismo, prendendo soprattutto le difese della Wehrmacht. Secondo i critici del giornale, [vi] si fomentano risentimenti contro gli ebrei con titoli stereotipati e con articoli antisemitici e in altri articoli si attaccano lo stato di diritto democratico e i suoi rappresentanti”.

Fra i “critici” della National-Zeitung va annoverato anche l’Ufficio federale per la tutela della Costituzione (Verfassungsschutz). L’intervista a Morgantini è intitolata “‘Israel praktiziert Apartheid’“. Non serve la traduzione del titolo, credo, e il contenuto dell’intervista è fatto delle consuete insinuazioni che si possono leggere anche quotidianamente in italiano, per es. su il manifesto, Liberazione ecc.

Tuttavia, un particolare dell’intervista va forse rilevato come ulteriore esempio della straordinaria logica di certi combattenti di sinistra alleati degli sterminatori odierni di ebrei. Disse la Morgantini, vicepresidente del parlamento europeo, al giornale antisemita, con buona pace di quest’ultimo:

Io, però, non sono un’antisemita, bensì la figlia di un partigiano il quale nella Seconda Guerra Mondiale combatté nelle montagne d’Italia contro la Wehrmacht tedesca.

L’antifascismo, quindi, la Luisa ce l’ha nel DI ENNE A, niente da fare, è scientifico.

Inoltre la Luisa confessò a quel giornalaccio di essere “cresciuta […] con il ‘Diario di Anne Frank’ che giaceva sotto il mio cuscino”. E quindi, cari giovani aspiranti a fare i massacratori di ebrei senza volere passare da antisemiti, se non potete più contare su genitori, bensì magari solo su un bisnonno partigiano, non dimenticatevi di ficcare, per un certo periodo, un esemplare del Diario di Anne Frank sotto il cuscino, il che vi aiuterà. Così i sionisti avranno molta difficoltà a sostenere che voi siate degli antisemiti e non semplicemente dei combattenti ‘contro l’apartheid’, ‘contro l’occupazione’, ‘per la Palestina’, ‘per la giustizia’, ‘per la pace’ ecc. blabla.

È comodo, no? Poi non vi costa quasi niente.

*) Online: http://www.archiv.national-zeitung.de/cgi-bin/suchmausg.pl?suchw=Morgantini&extern=extern&kategorie=0&exakt=alle&treffer=&ref=http://www.archiv2007.national-zeitung.de/NZ46_3.html#tome1