Hitler ha imposto agli uomini nello stato della loro illibertà un nuovo imperativo categorico: organizzare il loro agire e pensare in modo che Auschwitz non si ripeta, non succeda niente di simile. Theodor W. Adorno, Dialettica negativa
A quanto pare, l’Europa ha appena perso definitivamente un’importante e probabilmente irripetibile occasione storica. Sarebbe stato tanto facile: si avrebbe potuto giustificare la misura adducendo che – prima o poi – una seppur cauta riduzione delle forniture dei prodotti in questione all’Iran lo avrebbe probabilmente reso docilissimo e dispostissimo addirittura a un “dialogo finale”, evitando in extremis un’altra guerra catastrofica scatenata da “quei guerrafondai degli Stati uniti” (Antonio Di Pietro) dopo che, come lo ha espresso Joschka Fischer, l’Europa ha agito per anni come “scudo protettivo” per gli “interessi strategici di sicurezza” degli iraniani. Invece, ora, l’Iran, probabilmente spazientito dalla lunga attesa per una tanto coraggiosa quanto dolorosa mossa “soft power” da parte dei paesi Ue, stando a quanto riferisce il Blog Deutsch-Iranisches Forum, pare già averli superati tutti, cominciando a boicottarsi pesantemente da solo. Infatti, nel “forum” sopra citato si legge che
[i]n futuro non si potranno più importare cravatte nell’Iran, poiché dal punto di vista ufficiale le cravatte violano la cultura iraniana. Lo ha annunciato il vice capo della dogana statale [iraniana], Asghar Hamidi. “L’importazione d’abbigliamento non è vietata, ma siamo costretti ad agire per impedire l’importazione di alcuni prodotti, soprattutto di cravatte.” [22 maggio 2008 , traduzione nostra]
Le cravatte, d’ora in poi, potranno quindi essere spedite in Iran solo se utilizzate per cammuffare le forniture
- d’apparecchiature (gru ecc.) per le impiccaggioni degli oppositori, degli omosessuali e – ove per il reato in questione non sia previsto, invece, la lapidazione – delle adultere (politica interna),
- di missili, di pezzi di ricambio per le efficientissimi navi da guerra con la capacità di colpire Tel Aviv, di materiale utile per la costruzione della bomba atomica per cancellare Israele dalla carta geografica, di componenti per armi chimiche e biologiche, di strumenti utili per i rapimenti eseguiti da parte di Hezbollah e Hamas, per attacchi terroristici contro Israele ed ebrei, contro il Grande Satana (Stati uniti) ed altri “infedeli” in generale, per i bombardamenti di asili nido ebraici ecc. (politica estera),
e saranno poi probabilmente rispedite ai rispettivi mittenti a spese loro almeno finché i mullah non riusciranno a sviluppare tecnologie efficaci per la “riconversione” delle cravatte in cappi, kefiyah e chador, o che ciò non avvenga già nel prossimo futuro nell’Europa stessa.
Cosa d’altronde auspicabile, quest’ultima, poiché in tal caso l’Europa potrebbe riprovarci senza essere costretta da subito – cioè prima o poi, un giorno, probabilmente dopo il secondo Olocausto – a usare le maniere forti contro il riarmo nucleare dell’Iran, le quali in uno scenario worst case potrebbero anche culminare
- in un divieto per i mullah iraniani che non abbiano letto il Diario di Anne Frank o almeno visto il film “La vita è bella” oppure “Schindler’s List” di fare picnic nell’area del monumento commemorativo dell’Olocausto di Berlino – misura la cui capacità deterrente non va sottovalutata trattandosi, secondo le intenzioni dell’ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder che lo ha fortemente voluto, di “un posto dove si va volentieri” – nonché
- in un embargo di tutti i cd di Francesco Guccini contenenti la canzone “Auschwitz” – chi non se la ricorda con i lacrimoni agli occhi! –
e con ciò in una parziale ma pesante esclusione di quel paese dalla preziosissima ed originalissima Gedenkkultur (“cultura commemorativa”) europea.
Per vomitare di più, si legga anche: Ahmadinejad, il 3 giugno incontro con aziende italiane.