A proposito di certe dichiarazioni della vicesegretaria alla difesa americana, Michele Flournoy, fatte oggi a Singapore, il “portale di notizie” Heute in Israel commenta:
Gli Usa non hanno promesso ad Israele di attaccare l’Iran in ogni caso se le sanzioni non spingono il regime [iraniano] a cambiare idea – bensì di mantenere lo scenario della minaccia militare come parte del processo diplomatico e della pressione nei confronti di Teheran. Questo [scenario] ora non esiste più e con ciò [Barack] Hussein [Obama] ha firmato un assegno in bianco per la bomba a favore degli ayatollah. Questo, a Teheran, non sarà inteso diversamente.
Tale ritiro unilaterale della politica finora perseguita espone lo Stato ebraico ad un pericolo serio: Hussein stesso non interverrà, non aiuterà Israele e minaccerà Israele con un peggioramento delle relazioni, se agirà da sola. Nel passato, gli USA hanno dimostrato sufficientemente di impiegare la loro forza militare senza esitare, quando ad essere in gioco sono i loro interessi; quindi la bomba iraniana è nell’interesse americano. Da patrono d’Israele gli USA sono diventati il patrono dell’Iran atomico – bisogna riconoscerlo chiaramente. In Israele già si stanno simulando gli scenari dopo l’azione individuale: attacco massiccio di tutti i nemici allo stesso tempo e una rottura dell’alleanza con gli USA; alternativamente: la spada di Damocle della bomba iraniana e di un secondo Olocausto. C’è da sperare che i decisori israeliani comprendano che quest’alleanza tanto apprezzata non vale niente affatto se la potenza protettrice si comporta in questo modo; Israele, con [Barack] Hussein [Obama] non ha letteralmente nulla da perdere. Pertanto essa deve agire ed accettare le possibili conseguenze, pur di sopravvivere. [Traduzione dal tedesco di Ralph Raschen]